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Maria Luisa Busi, celebre volto del Tg1, ha recentemente concesso un’intervista a Repubblica dove ha reso pubblico il clima irrespirabile e da ritorsione della redazione. In particolare, la giornalista milanese ha denunciato da parte della direzione la penalizzazione di alcune figure trainanti del telegiornale, rei di non aver firmato la lettera a favore del direttore Minzolini sul caso Berlusconi-Mills. Ha parlato infatti di “una rappresaglia che prima dei colleghi, volti storici e professionisti liberi di questo giornale, ha colpito Massimo De Strobel, caporedattore centrale e uomo chiave della storica macchina del Tg1”. Rappresaglia che avrebbe preso, secondo i consiglieri Rizzo e Van Straten, i connotati di una vera e propria “determinazione stalinista”. La Busi ha poi lamentato un deciso calo di ascolti di ascolti (“abbiamo perso pubblico, siamo attestati al 26 %”), causato da due importanti fattori. La faziosità del tutto inedita del telegiornale “che non si era mai schierato a questi livelli sui temi cari al governo e alla presidenza del consiglio” e dall’infoteinment (informazione-intrattenimento) ormai dilagante nei servizi, ossia la predisposizione a trattare argomenti leggeri e superficiali. A riguardo l’intervistata è stata chiara: “Così non si può andare avanti […]. Una volta come sesta notizia abbiamo dato i cigni imprigionati dal ghiaccio e poche righe sullo sciopero generale in Sardegna”.

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