Uso improprio della stanza delle ex scuole elementari di Postino – locale cucina –, catture e spostamenti di gatti randagi: la comunità chiede il rispetto delle regole e la tutela reale delle colonie

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Gabriella Nasti e diretta a Scopri di più

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Uso improprio della stanza delle ex scuole elementari di Postino – locale cucina –, catture e spostamenti di gatti randagi: la comunità chiede il rispetto delle regole e la tutela reale delle colonie

Con la presente petizione i cittadini chiedono chiarezza formale, trasparenza e rispetto delle regole in merito all’utilizzo della stanza delle scuole, bene pubblico appartenente alla collettività. Tale spazio era stato indicato come locale destinato alla degenza post operatoria dei gatti della colonia felina di Barbuzzera, colonia riconosciuta e storicamente presente sul territorio. Oggi, attraverso immagini pubblicamente diffuse, emerge una situazione profondamente diversa e preoccupante, che solleva seri interrogativi sul corretto uso di un bene pubblico, sul rispetto delle procedure e sul benessere animale. Catture e spostamenti di gatti randagi senza procedure chiare Dalle immagini e dalle informazioni disponibili risulta evidente il continuo spostamento di gatti randagi, anche da un Comune all’altro, effettuato da volontarie o da soggetti che operano senza alcun titolo formale, senza autorizzazioni sanitarie documentate, senza procedure ATS chiaramente attivate e senza consenso né informazione alla collettività. La cattura e il trasferimento di gatti randagi non possono avvenire in modo arbitrario, né essere gestiti come iniziative personali. Si tratta di animali tutelati dalla legge, per i quali sono previste procedure sanitarie e amministrative precise. Il continuo spostamento di gatti tra Comuni, effettuato in modo discrezionale, espone gli animali a stress, disorientamento e sofferenza, e configura una pratica inaccettabile. Un luogo non idoneo al benessere animale La stanza delle scuole non è una struttura progettata, autorizzata o riconosciuta per l’accoglienza di animali. Dalle immagini risulta che i gatti siano: isolati in ambienti chiusi; privi di luce naturale diretta; detenuti in un contesto non compatibile con le esigenze etologiche del gatto. Ancora più grave è la presenza di gatti randagi nati liberi, che: non risultano in emergenza sanitaria documentata; vengono rinchiusi in gabbie; subiscono una privazione ingiustificata della libertà, con evidente stress e sofferenza. Un gatto randagio, nato libero, non può essere trattato come un oggetto da spostare, confinare o accumulare, né rinchiuso in una gabbia all’interno di un locale pubblico non idoneo. Promiscuità tra soggetti provenienti da contesti e colonie diverse Dalle immagini e dalle informazioni disponibili emerge inoltre una grave situazione di promiscuità tra gatti adulti e cuccioli, provenienti da luoghi, contesti e colonie differenti, detenuti nello stesso ambiente chiuso. La gestione promiscua di soggetti: di età diversa (adulti e cuccioli), di provenienza diversa (strada, colonie differenti, Comuni differenti), con storia sanitaria ignota o non documentata, è incompatibile con i più basilari criteri di tutela del benessere animale. Tale promiscuità: espone cuccioli e soggetti più fragili a rischi sanitari elevati; favorisce stress, aggressioni e trasmissione di patologie; dimostra l’assenza di una gestione responsabile e strutturata. La detenzione promiscua di gatti randagi in un locale pubblico non idoneo rappresenta un ulteriore elemento di grave criticità. Responsabilità individuale e coerenza Chi decide di raccogliere gatti dalla strada deve assumersi pienamente la responsabilità delle proprie scelte. Non è accettabile che iniziative personali o arbitrarie vengano scaricate su beni pubblici, utilizzando locali scolastici non idonei come luoghi di stallo o detenzione. La coerenza è un principio minimo: chi raccoglie gatti randagi se ne faccia carico direttamente, utilizzando spazi propri, idonei e autorizzati, e non beni della collettività, che appartengono a tutti. Un conflitto evidente con il ruolo di tutela della colonia di Barbuzzera Le pratiche descritte risultano essere poste in essere dalla stessa persona che dovrebbe tutelare e gestire la colonia felina di Barbuzzera. Questo elemento rende la situazione ancora più grave. Ad oggi, infatti, 25 gatti della colonia di Barbuzzera risultano scomparsi, non più presenti sul territorio, senza che sia mai stata fornita una rendicontazione chiara, pubblica e verificabile sulla loro sorte. È legittimo chiedersi come sia possibile che: mentre gatti randagi provenienti da altri Comuni vengono catturati, spostati e detenuti; la colonia di Barbuzzera, che avrebbe dovuto essere tutelata, risulti drasticamente ridotta, con numerosi animali non più rintracciabili. Chi ricopre un ruolo di tutela non può contemporaneamente essere causa di opacità, spostamenti arbitrari e mancanza di risposte. Uso continuativo di un bene pubblico La presenza di stufa elettrica e utilizzo continuativo del locale comporta costi a carico della collettività, rafforzando il diritto dei cittadini a conoscere: finalità dell’utilizzo; durata; criteri di gestione; controlli effettuati. Precisazione sul ruolo del Sindaco e sulla titolarità dei beni pubblici È necessario ribadire un principio chiaro e non negoziabile. Il locale pubblico delle scuole non è di proprietà del Sindaco. Il Sindaco ne è tutore e garante, ma non ne è il proprietario. I beni pubblici appartengono alla comunità e il loro utilizzo deve rispondere: alla destinazione originaria del bene; all’interesse collettivo; a criteri di trasparenza, correttezza e legittimità amministrativa. Nessuna decisione individuale può trasformare un locale scolastico in uno stallo per animali, né sostituirsi al dovere di rendere conto alla collettività, che è la vera titolare del bene pubblico. Cosa chiediamo Alla luce dei fatti esposti, i cittadini chiedono che: cessino immediatamente le catture arbitrarie di gatti randagi effettuate senza procedure ATS chiaramente attivate; cessino immediatamente gli spostamenti di gatti randagi tra Comuni, operati da soggetti privi di titolo, di autorizzazioni sanitarie e di consenso della collettività; cessi immediatamente l’utilizzo della stanza delle scuole come luogo di stallo, detenzione o confinamento di gatti; i gatti randagi nati liberi non vengano più rinchiusi in gabbie, né privati ingiustificatamente della loro libertà in luoghi non idonei al benessere animale; venga interrotta ogni forma di promiscuità tra gatti adulti e cuccioli e tra soggetti provenienti da contesti e colonie diverse; chi decide di raccogliere gatti dalla strada si assuma la piena responsabilità delle proprie scelte, utilizzando spazi propri, idonei e autorizzati, e non beni pubblici scolastici; la stanza delle scuole torni alla funzione per cui è nata, ovvero la cucina delle scuole, bene pubblico destinato alla comunità e non all’accoglienza impropria di animali. Riferimenti normativi Legge 14 agosto 1991 n. 281 – Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo Normativa regionale in materia di colonie feline Art. 544-ter Codice Penale – Maltrattamento di animali Art. 727 Codice Penale – Detenzione incompatibile e produttiva di sofferenze Art. 97 Costituzione – Buon andamento e corretta gestione dei beni pubblici Conclusione Questa petizione non è una polemica personale, ma una richiesta ferma, civile e legittima. I gatti randagi non sono oggetti da spostare. I beni pubblici non sono soluzioni di comodo. La tutela animale non può prescindere dal rispetto delle regole, delle procedure e della collettività.

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