Riportiamo la tettoia liberty di Lecce al suo posto

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Riportiamo la tettoia liberty di Lecce al suo posto

da "la Gazzetta del Mezzogiorno" di Lecce del 31.05.2015

sintesi del testo dell'Arch. Antonio Monte

Il mercato coperto ha rappresentato per la città di Lecce una immagine "architettonica" di modernità e di evoluzione sociale; erano pochissime le città del sud d'Italia che alla fine dell'Ottocento avevano realizzato strutture metalliche con moderne tecnologie costruttive al passo con i tempi. Basti pensare che il mercato fu realizzato solo nove anni dopo il noto monumento progettato dall'ingegnere Gustave Eiffel per l'Esposizione universale del 1889 a Parigi.

L’opera fu progettata dall'ingegnere Pasquale Ruggieri nel 1896 e venne inaugurata il 5 dicembre del 1898. Fu collocata in un contesto storico di pregio della città, lungo una cortina (tra i bastioni sud-est e sud-ovest) del monumento simbolo della seconda Piazzaforte" (dopo Napoli) del Regno, il castello Carlo V.; La struttura metallica venne realizzata, tra il 1897 e il 1898, dalla nota Ditta "Guglielmo Lindemann ingegnere costruttore-Bari", che dieci anni prima aveva costruito la pensilina della Stazione di Lecce.

Costituita da travi reticolari, composte da longheroni a forma di T e tralicci a forma di L in ferro puddellato ed unite mediante bullonatura, poggianti su colonne in ghisa fusa in terra refrattaria, l'opera presentava tre falde con copertura in tegole di laterizio del tipo" alla marsigliese" ed era 'ornata da una frangia in lamierino stampato.

La struttura, "monumento" di archeologia industriale unica nel suo genere in Puglia, date le sue peculiarità tecnico-costruttive è stata dichiarata, con provvedimento del 10 aprile 1997 (ai sensi della Legge 1089/1939), di particolare interesse; nonostante questo, a distanza dì diciotto anni dal vincolo di tutela, la "tettoia" è lasciata nel più totale abbandono e degrado della matrice metallica. Dopo l'imperdonabile errore di aver rimosso il mercato dal suo sito originario, per anni si è discusso (e realizzati progetti di nuova sistemazione) dove collocarla.

Ma concordo pienamente con quello che scriveva l'architetto Andrea Cappello in una lunga lettera, del 30 marzo 1982, indirizzata al Sindaco dove vi era scritto che "non si può parlare di sistemazione di quella struttura fuori dal suo contesto storico e sociale; si negherebbe il concetto di valore ambientale tanto ribadito nella Carta del Restauro del 1971". Quindi, considerando quanto espresso dalla Carta Italiana del Restauro o da altre raccomandazioni in materia, sarebbe auspicabile, visto che i lavori di rifunzionalizzazione del castello Carlo V sono mirati alla valorizzazione e riqualificazione dell'intera area, che la struttura metallica sia ricollocata nel suo sito originario con una nuova destinazione d'uso a carattere sociale e culturale.

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