Contro la Didattica a Distanza, per la Responsabilità del Confronto

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Rita Ceccarelli, Giarruso Tommaso, Mirta Bonetti, Linda Boattini, Caterina Zoli, Sofia Versari, Alexandra Mazzini, Eleonora Ancarani, Alessandro Paccagnella, Marta Fronzoni, Diego Comandini, Michele Valentini, Riccardo Novelli. e diretta a Scopri di più

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  • Irene ROMBOLI ha firmato la petizione 15 giorni fa
  • Bianca Tomaselli ha firmato la petizione 6 giorni fa
  • Marta Fronzoni ha firmato la petizione 7 giorni fa

Contro la Didattica a Distanza, per la Responsabilità del Confronto

Siamo studenti italiani e scriviamo a nome nostro e considerando la situazione in cui dobbiamo muoverci ogni giorno.

Siamo studenti, e soprattutto siamo ragazzi, persone che necessitano di un confronto non solo coi compagni di classe, ma anche coi professori.
La didattica a distanza può essere un utile supporto nella nostra formazione, ma non ci si può affidare esclusivamente ad essa.
La scuola è un luogo di condivisione, di scambio di idee, di confronto: necessita di un'immediatezza che non può essere pienamente soddisfatta attraverso lo schermo di un computer.

Vorremmo anche richiamare l'attenzione sui professori, chiamati a fare lezione in aule deserte e silenziose. Un aneddoto esemplificativo per la situazione: una nostra compagna ha raccontato l'esperienza della sua professoressa, la quale durante la lezione non ha sopportato l'innaturale visione offerta dai banchi vuoti, concedendosi qualche momento di emotività. Anche se non necessariamente plateale, abbiamo ragione di affermare come l'assenza del rapporto umano strettamente fisico sia sofferto da ambedue le parti, studenti e professori.

Riconosciamo che la salute vada indubbiamente tutelata, e quindi proponiamo una possibile soluzione, dal momento che non ne vediamo altre offerte.
Chiediamo di DIFFERENZIARE le risoluzioni di istituto a istituto.
Con questo intendiamo di non prendere provvedimenti generalizzati considerando la situazione complessiva dei contagi nelle scuole, ma di distinguere caso per caso.

La nostra proposta consiste nello stabilire un tetto massimo di classi in quarantena a seconda della capienza dell'edificio, che una volta raggiunto ne stabilisca la chiusura per un dato periodo di tempo, dal momento che, vuoi per il personale, vuoi per il comportamento degli studenti, vuoi per le condizioni disagevoli del complesso, non è stato possibile rispettare le norme sanitarie entro limiti accettabili.
Così istituti con diversi casi vedranno la chiusura (momentanea) e saranno incentivati a migliorare il rispetto delle misure necessarie; istituti che invece dimostrino di essere in grado di gestire la situazione attuale, con ragionevolmente pochi o nessun caso, non si vedranno chiusi senza alcun motivo, e i propri studenti non dovranno soffrire con la DAD un metodo d'insegnamento tuttora più che imperfetto e che certo andrebbe ripensato e utilizzato solamente in casi di seria emergenza per un intero edificio, non sulla base di dati generali dell'intero paese.
Ovviamente tutte le quantità che abbiamo lasciate indefinite (quanti contagi per istituto, quanto tempo debba durare la chiusura) sono tali in quanto ci rimettiamo all'opinione di esperti che stanno studiando la situazione sul campo e possono deliberare molto più giudiziosamente di noi, e che incentiviamo ad ascoltare.

Rivendichiamo insomma maggiori responsabilità e maggiore fiducia, sia nei nostri confronti che nei confronti di chiunque lavori nell'ambiente scolastico, e non chiusure ed aperture totali e cieche dei singoli contesti e degli specifici meriti e demeriti.

Aggiungiamo alcune mancanze pure urgenti, le quali contiamo vengano definitivamente riconosciute ed esaminate :

- l'implementazione di un sistema a supporto degli studenti con maggiori complicazioni tecnologiche nella frequentazione delle lezioni. Non parliamo solamente dei dispositivi offerti dalla scuola, che sono finiti e non risolvono una pessima connessione correlata alla posizione geografica, quanto più alla richiesta ed erogazione di speciali permessi per lo studente di seguire le lezioni direttamente in classe.
Già alcuni istituti hanno adottato questo sistema, ma è necessario che ciascuno se ne munisca, anche nel rispetto dei singoli studenti, non di rado abbandonati a loro stessi;

- una maggiore lungimiranza nella gestione delle entrate e uscite scaglionate, con un incremento dei turni anche solo a distanza di cinque minuti, e relativo ripensamento dei trasporti pubblici; conosciamo l'annoso problema della loro congestione, ma sollecitiamo a guardare alle risoluzioni prese nel resto d'Europa, come ad esempio l'adozione di un sistema di mobilità d'emergenza fondamentalmente ciclabile e la facilitazione della relativa circolazione.

In definitiva, chiediamo che vengano emanate linee guida nazionali per quel che concerne dati oggettivi e misurati da personale qualificato (numero contagi entro i quali chiudere l'istituto per capienza dello stesso; numero di turni e intervallo per entrate e uscite scaglionate, sempre in relazione alla capienza, e conseguente riorganizzazione quantomeno dei trasporti scolastici; tempo di momentanea chiusura di un edificio per smaltire il rischio accumulato col superamento delle soglie di contagio imposte) e venga invece riconosciuta maggiore responsabilità e capacità di giudizio alle singole realtà degli istituti, e quindi a professori, studenti e personale scolastico, entro i limiti imposti; responsabilità e fiducia che ora come ora vediamo sostanzialmente annullate e per le quali scriviamo queste richieste.

Rita Ceccarelli, Giarruso Tommaso, Mirta Bonetti, Linda Boattini, Caterina Zoli, Sofia Versari, Alexandra Mazzini, Eleonora Ancarani, Alessandro Paccagnella, Marta Fronzoni, Diego Comandini, Michele Valentini, Riccardo Novelli.

 

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