Tunnel Tesino: le ragioni di un sì

Tunnel Tesino: le ragioni di un sì

Perché riteniamo che il collegamento tra Tesino e Valsugana non vada realizzato prevedendo varianti scarsamente efficienti, ma utilizzando un tunnel che colleghi direttamente i due territori? Cerchiamo di essere sintetici e chiari. Due sono le varianti previste: una, quasi appaltata, prevede una seconda arteria totalmente ex-novo praticamente sottostante e quasi parallela all'attuale tracciato e si innesta sul vecchio tracciato a nord di Bieno; una seconda, di compromesso ancora semi-segreto per l'opinione pubblica, prevede, dopo un primo tratto analogo, un paio di tornanti che porta l'arteria sul vecchio tracciato all'altezza della località Bettega, a nord dei Tomaselli e un paio di chilometri prima di Bieno. Utili entrambe a evitare il centro di Strigno, presentano tuttavia molti e significativi punti di debolezza se considerate nel contesto di collegamento Tesino-Valsugana. I tracciati, infatti, non riducono significativamente né la lunghezza del percorso né il tempo di percorrenza: la distanza tra il Tesino e Borgo Valsugana non si riduce, anzi può anche aumentare di un paio di chilometri, e il tempo di percorrenza necessario si riduce, al massimo, di 1 o 2 minuti. Vi sono degli ovvii miglioramenti nella sicurezza complessiva, ma va ricordato che, comunque, il traffico da e per Spera, Samone e Bieno (almeno nel caso del primo progetto) continuerebbe a gravare ovviamente sul centro di Strigno. Ma, le realizzazioni, per chi viaggia verso il Tesino, manterrebbero o introdurrebbero altri aspetti di debolezza: criticità geologiche del versante, problematicità invernale, uso eccessivo di terreni agricoli, raddoppio della manutenzione e dei tracciati per collegare Bieno-Strigno, La realizzazione di un tunnel che dal km 87 della Valsugana, nei pressi di Ospedaletto, presenta una serie consistente di aspetti positivi che dovrebbero essere valutati con celerità e obiettivamente: la riduzione di un 10-20% del tracciato e dei tempi di percorrenza, una maggiore sicurezza invernale, un spreco di terreno utile. Per ultimo, ma non per importanza, anche un vero vantaggio nei confronti dell'area Veneta, che può tornare utile agli investimenti turistici in corso e futuri. Il superamento del dislivello (dai 300 metri slm della statale ai poco meno di 800 della piana di Figliezzi) necessitano di circa 8-9 chilometri. Tre e mezzo dei quali da realizzare in tunnel e circa 5 con una percorse scoperto. In questo modo la pendenza potrebbe rientrare tra quelle tecnicamente previste. Il fatto che nell'incontro pubblico dell'altra sera questa proposta fosse argomentata dal candidato del PDT, Ottorino Bressanini, e sostenuta anche da Erminio Boso della Lega Nord la dice lunga sulla necessità di non fermarsi a considerazioni fatte decenni fa. E riconsiderare il progetto nella sua complessità. Invitiamo gli amici del PATT a riconsiderare la maggiore utilità del tunnel per i territori di montagna e gli amici dell'Upt (che, finalmente, si sono convinti della necessità delle quattro corsie in Valsugana) a riconsiderare bene e per tempo, subito dopo le elezioni, il progetto. Il loro segretario, Giorgio Lunelli, apre il suo sito con una bella frase: "alcuni uomini vedono le cose come sono e dicono: Perché? Io sogno le cose come non sono mai state e dico: Perché no?" Perché il Tesino non può essere collegato alla Valsugana come il Vanoi al Primiero? Perché non è possibile realizzare un strada che serva al Tesino, sì, ma anche ai servizi che Borgo deve mantenere a vantaggio del Trentino orientale vicino all'area veneta? Le poche risorse necessarie in più rispetto al tracciato previsto sono meno di quanto assegnato per dei patti territoriali tanto necessari quanto ancora incerti. Ma una viabilità migliore e più efficiente poterebbe rivelarsi una proposta integrativa e un formidabile volano non solo per gli investimenti in corso ma anche per sostenere la fiducia degli abitanti della Valle e rivalutarne il patrimonio.