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Claudio Galimberti, conosciuto come “Bocia”, storico capo della tifoseria organizzata orobica per il quale il Pubblico Ministero ha richiesto il regime di sorveglianza speciale per tre anni più l’obbligo di soggiorno nel Comune di Bergamo. Il tutto arriva dopo che in estate lo stesso aveva presenziato al Trofeo Bortolotti presentandosi goliardicamente allo stadio con la testa di una porchetta, cosa che però non è stata colta dagli agenti presenti, i quali hanno interpretato tale comportamento come una macabra minaccia nei loro confronti, affibbiandogli una denuncia e notificando a suo nome un Daspo.
In seguito a questa richiesta gli avvocati si sono detti totalmente contrari vista l’eccessività della pena (la sorveglianza speciale implica il ritiro di patente e passaporto, l’obbligo di rimanere a casa la sera dopo una certa ora, il divieto di frequentare pregiudicati, l’invito a non frequentare abitualmente determinati locali o riunioni pubbliche), generalmente applicata in casi di gravi reati o di esponenti di spicco della malavita organizzata. E’ ovvio che su “Bocia” pendano una serie di accuse figlie di comportamenti censurabili e sbagliati (che tuttavia ha pagato, sta pagando e pagherà), ma com’è possibile che in Italia rigidità e pugno di ferro ben oltre il consentito vengano utilizzati soltanto nei confronti di determinate categorie?
Colpire ed eliminare un’icona della tifoseria atalantina per eliminare l’intera tifoseria? E’ forse questo che si vuole? La Curva Nord è da sempre un importante punto di riferimento aggregativo per Bergamo tutta e, in più di un’occasione, si è dimostrata in grado di cimentarsi in grandiose opere nel campo sociale: dall’aiuto nei confronti dei meno abbienti ai fondi destinati in zone colpite da gravi calamità naturali.
Quando si parla di “percorso riabilitativo” per chi sbaglia o infrange le regole, come è possibile non tenere conto di ciò? Finché avremo dei mass media collusi con chi propaga questo modo “bulgaro” di agire e senza la minima voglia di provare ad essere “voci contro”, a fare dell’uguaglianza di trattamento, non potremo pretendere un Paese o dei cittadini al passo con i tempi e in grado di evolvere culturalmente.
Chi sbaglia va punito, ma gli deve esser data l’opportunità di riabilitarsi. E non quella di sprofondare definitivamente. Noi stiamo con il Bocia: il terribile criminale con la testa di porchetta tra le mani!
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