Salviamo la spiaggia dello Scario

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Salviamo la spiaggia dello Scario

Salviamo la spiaggia dello Scario Lettera indirizzata al Sindaco di Malfa, Dott. Salvatore Longhitano e all’Assessore al Turismo, Dott.ssa Clara Rametta, firmata da 101 cittadini, consegnata al uff. Protocollo del Comune di Malfa (ME), Isole Eolie, il 30 agosto 2010, con il N. 3872. Cento e una firma non sono poche, ma ne possiamo raccogliere molte di più, perché siamo convinti di difendere una causa giusta, nel rispetto di un bene comune. Per questo chiediamo a tutti di firmare per evitare che la spiaggia dello Scario possa essere abbandonata o, peggio, non rispettata. Oggetto: La spiaggia dello Scario, rispetto e conservazione dell’ambiente. Gli anni passano e l’ambiente si trasforma, per cause naturali e per cause umane: così si parla di conservazione ambientale, di protezione dei siti naturali, di rispetto per l’ambiente. Argomenti noti, ampiamente studiati: ormai parole come ambiente ed ecologia sono sulla bocca di tutti. Poi nella realtà ci si sente sempre un po’ impotenti, o perché troppo piccoli per cambiare gli eventi o perché troppo lontani per sentirne le conseguenze. Fino a quando non si è direttamente coinvolti. Questa lettera è stata scritta per cercare di anticipare gli eventi, provando a lottare per evitare di vedere la spiaggia dello Scario degradata a parete di autostrada. Non entreremo nel merito del Progetto di Messa in Sicurezza del sentiero che porta alla spiaggia, perché siamo solo degli utenti della spiaggia e non abbiamo nessuna competenza tecnica o strutturale, ma proprio in quanto tali conosciamo lo Scario da anni, ci ricordiamo quando lungo il sentiero non c’era nessuna casa abitata, solo la scritta minacciosa di Falco Nero, quando finita la vendemmia si lavavano le botti e lungo il sentiero scendeva un rivolo di acqua rossa che veniva assorbito dal terreno alla prima curva, quando è stata messa la fontanella a metà strada, quando è crollata la punta del naso di Dante e naturalmente conosciamo le foto ed i disegni dell’ottocento che mostrano la spiaggia dello Scario nel suo (antico?) splendore. Abbiamo vissuto tutte le ultime trasformazioni dello Scario, all’inizio di ogni estate ci fermiamo poco dopo la fontanella per affacciarci e guardare lo Scario, per vedere quanta gente c’é, per vedere se riconosciamo qualcuno e poi per vedere se quei due poveri archi in muratura hanno resistito all’inverno. Siamo quella categoria di utenti che vive la spiaggia dello Scario sopratutto d’estate, ma cerchiamo di differenziarci da coloro che vengono, sporcano e se ne vanno... Produciamo anche noi immondizie, ma abbiamo sempre evitato di lasciarle a quota mare, anche quando è comparso il bidone sulla spiaggia, per aiutare la spiaggia a sopravvivere. Siamo cresciuti allo Scario, abbiamo saltato nelle onde, abbiamo aiutato chi non sapeva entrare o uscire dall’acqua nelle giornate di mare mosso, abbiamo riso quando qualcuno di noi cadeva sui sassi, abbiamo tenuto per mano i nostri figli in bilico sui sassi, abbiamo visto i nostri genitori invecchiare e non scendere più allo Scario... E’ la spiaggia dei sassi che ballano: solo noi sappiamo che i Rolling Stones hanno visto lo Scario prima di diventare famosi. Insomma, amiamo lo Scario e lo rispettiamo. Quest’estate la spiaggia dello Scario è stata chiusa per ordinanza comunale a causa di una frana avvenuta a maggio. Lungo la stradina ci sono dei massi di più di 200Kg caduti dall’alto che hanno distrutto parte del parapetto in muratura e mettono paura: se questi fossero i sassi che cadono, allora sarebbe meno pericoloso scalare l’Everest! Ma noi sappiamo che quelli sono solo i sassi fatti cadere appositamente, per sgrondare il pendio dai sassi pericolanti, peccato che hanno distrutto parte della stradina. Dalla spiaggia si possono vedere i numeri scritti su altri massi, si presume pericolanti, e anche quei numeri trasmettono insicurezza: sono scritti con vernice bianca a caratteri cubitali, visibili a cento metri di distanza, se corrispondessero tutti ad altrettanti massi in bilico e destinati a cadere, allora sarebbe peggio di un terremoto! Ma noi sappiamo che chi li ha scritti l’ha fatto per monitorare la situazione, anche se deve essersi confuso, aver dimenticato sistemi di monitoraggio meno invasivi e aver creduto di trovarsi all’interno di una cava di marmo. O forse lungo un’autostrada. Certo non amava lo Scario, perché ha distrutto parte del sentiero che portava alla spiaggia, ha marcato indelebilmente con caratteri cubitali la parete rocciosa, sfondo naturale di una spiaggia storica, ma sopratutto ha gettato le basi per l’abbandono, così come è già accaduto per le altre spiagge del comune di Malfa, anche se noi sappiamo non essere stata questa l’intenzione. Abbiamo paura di assistere ad un abbandono più grave dell’aumento delle bottiglie di plastica abbandonate sulla spiaggia, perché se quello è il triste pegno da pagare in nome del benessere, a quello si può contribuire educando i nostri figli a raccogliere e a riciclare le immondizie, mentre c’è un altro tipo di abbandono che coinvolge il nostro patrimonio ambientale al quale è più difficile far fronte singolarmente senza l’appoggio delle amministrazioni locali. Non vorremmo vedere la spiaggia dello Scario perdere quel suo aspetto naturale che è la sua principale caratteristica, il suo punto di forza, la sua ricchezza e che come tale andrebbe valorizzato, ma senza l’uso di riflettori, senza la costruzione di ascensori o di terrazze panoramiche, senza reti metalliche e, fino al passaggio degli scalatori, senza bisogno di costruire nuove scalinate: sarebbe bastato conservare e mantenere l’esistente. Lo Scario è una spiaggia nata in una splendida insenatura naturale, con uno sfondo caratteristico fatto di rocce e vecchi magazzini, che creano un contesto ambientale unico nel suo genere. Abbiamo paura di trovarci all’inizio di un progetto che non tenga conto di tutto ciò, fatto da ingegneri e architetti qualificati, ma che considerano le rocce dello Scario solo come pareti composte da materiale geologico instabile. Invece sappiamo che c’è dell’altro, quel valore aggiunto di un contesto ambientale che noi vorremmo preservare. Se le premesse sono state la scelta di far cadere quei massi da più di 200Kg che hanno distrutto parti della strada ed il monitoraggio dei massi pericolanti previa siglatura a caratteri cubitali con vernice bianca indelebile, cosa ci dobbiamo aspettare come passaggio successivo? Quale rispetto ambientale possiamo prevedere? Purtroppo conosciamo la facilità con la quale non solo abusi, ma anche semplici interessi economici allontanino la valutazione e quindi l’esecuzione di un progetto dalle reali esigenze del luogo. Non entriamo nel merito del tipo di modalità degli interventi previsti, ma vorremmo semplicemente ricordare che lo Scario ha degli utenti affezionati e come tali segnaliamo quello che oggi ci sembra possa avere le premesse di un mancato rispetto ambientale. Gli utenti affezionati alla Spiaggia dello Scario.

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Salviamo la spiaggia dello Scario 07/10/2010 | firmiamo.it

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