
Salviamo i rospi avvelenati!
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Claudia Levi
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petizione
A chi verrebbe mai in mente di versare dell'olio esausto in un piccolo laghetto pieno di animali?
E' accaduto in un piccolo paesino della provincia di Brescia: solo poche ore prima, un centinaio di persone si erano radunate alla pozza per la «Notte dei rospi», una delle serate divulgative promosse dal Comune per l’osservazione del mondo anfibio. Le ragioni del disastro restano un mistero. «Abbiamo trovato una situazione folle», spiega Paolo Baldi, tra i primi volontari arrivati, «la superficie era ricoperta da migliaia di rospi intrappolati nell’olio. Un angolo di paradiso distrutto che potrà tornare a nuova vita solo tra molti anni».
«Un atto crudele con il quale si è voluto colpire i rospi e i progetti di valorizzazione ambientale e turistica avviati molti anni fa con finanziamenti del Fondo europeo», spiega il sindaco, Paolo Bonvicini. «Le pozze sono un serbatoio biologico fondamentale per l’ambiente, anche dal punto di vista etologico», aggiunge Baldi. Fino a lunedì sera si è lavorato affondando le braccia fino ai gomiti in quella melma nera e unta per riportare in superficie i rospi che annaspavano a 40 centimetri di profondità. Qualcuno domenica era arrivato in zona per attività contro il bracconaggio (qui, purtroppo, piuttosto diffuso) e, saputo del disastro, si è unito all’esercito di volontari che ha approntato anche due vasche di emergenza per lavare e mettere al sicuro gli anfibi.
Poche ore dopo si contavano già oltre 6 mila esemplari salvati. «Ma bisognerà vedere quanti riusciranno a sopravvivere» dice il sindaco. Tutte le uova appena deposte, però, sono andate distrutte. Il mistero dei rospi avvelenati ora è diventato un fascicolo in Procura per disastro ambientale, mentre sul caso è stato convocato un vertice in Prefettura. La caccia all’inquinatore nemico degli anfibi è diventata una questione di sicurezza pubblica.
Firma per chiedere che questo vero e proprio scempio non venga dimenticato e la giustizia faccia il suo giusto corso!
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