
Più limiti alla chirurgia estetica!
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A. P.
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petizione
L'Italia è il terzo paese al mondo per ricorso alla chirurgia plastica, dopo Corea e Grecia, molto prima degli USA.
Ciò è frutto dell'intensivo bombardamento mediatico attuato nel nostro paese da tv, radio, internet, riviste che pubblicizzano cliniche estetiche in continuazione, facendo leva sull'invidia di donne nei confronti di altre donne, sull'ingordigia sessuale, su uno stereotipo maschilista basato sui film pornografici e la sua riproposizione in chiave "patinata" in modo che tutti vogliano conformarvisi, con il risultato di appiattire la personalità e livellare tutte le persone anche a livello esteriore. In questa mercificazione del corpo dove un seno costa 4000 euro e un naso 1500 euro, quanto è calcolato il valore di una persona umana? Ormai si fa fatica, in una palestra, per la strada, in un ufficio, ovunque, a vedere donne che non si siano rifatte nulla. Le principali "acquirenti" di questo servizio sono infatti donne, spinte da invidia, senso di inferiorità o desiderio di volersi conformare a modelli (già rifatti) promulgati dai mass media come autentiche bellezze. Molte di esse si indebitano a livelli inimmaginabili per pagarsi gli interventi, considerati prioritari rispetto alle esigenze di prima necessità. Ormai è banale la figura della 18enne che chiede l'intervento di mastoplastica ai genitori per il 18° compleanno, e tutti sono a conoscenza (anche se nessuno ne parla) del problema degli interventi (in nero) effettuati su minorenni. Gli stessi chirurghi affermano che "gli interventi meglio riusciti sono quelli quando la paziente è giovanissima", in una fase dove l'adolescente, o la giovane, invece di imparare ad accettare sé stessa e il proprio corpo passando necessariamente per i complessi, l'imbarazzo e il rifiuto di sé, viene sottoposta, subito dopo lo sviluppo, a un intervento che ne modifica in modo irreversibile i connotati, trasformandola in una rifatta già a 20 anni. In tutto questo, chi volesse cercare vere informazioni su questi interventi, invasivi, pericolosi, pieni di controindicazioni, a livello di informazione non troverà niente, ma verrà solo reindirizzato alle mille offerte pubblicitarie di chirurghi che fanno a gara a chi offre il prezzo più basso, e alle mille grida entusiastiche di tante clienti che ne esaltano la riuscita e l'effetto "naturale", quando poi è tutto tranne che questo.
Con questa petizione chiediamo che:
- i chirurghi che operano solo a livello estetico siano estromessi dall'ordine dei medici, in quanto agiscono contro il giuramento di Ippocrate, che proibisce di effettuare interventi contro la salute dei pazienti e impone di curare i malati, non i sani: l'inestetismo fisico non è una malattia e la donna con poco seno non è una "paziente", contrariamente, ad esempio, alla donna con un tumore al seno, ma una cliente
- Le persone che vengono ricoverate in ospedale per danni derivanti dalla chirurgia estetica (quando non necessaria, ovvero non praticata per malattie, reali deformità ecc) paghino l'intera prestazione medica come da privati, senza gravare sul servizio sanitario nazionale: hanno infatti accettato, al momento dell'acquisto della chirurgia plastica, tutti i rischi che essa comportava, si sono sottoposti a un intervento senza averne alcun bisogno e non è giusto che arrechino disagi, economici e logistici, ai pazienti che non hanno scelto di finire in ospedale
- si ponga un limite alla scriteriata pubblicità e disinformazione sulla chirurgia plastica, propagandata come innocua quando non lo è, e si metta un controllo sulla veridicità dei testi pubblicati in merito
- Sia considerata truffa la promessa di un risultato naturale con la chirurgia estetica: per quanto possa assomigliarvi, non potrà mai essere naturale, in quanto frutto di rimodellamento chirurgico o inserzione di protesi, e non della natura
- Si agisca per mettere l'accento sulla figura della donna in quanto persona, non in quanto carrozzeria di un'auto da comporre in serie, di cui smontare e rimontare le parti a piacimento
- Si vieti l'accesso ai concorsi di bellezza alle donne rifatte, in quanto non rappresentanti della bellezza naturale.
E' ancora poco ma è solo un piccolo passo per il recupero della dignità femminile di ogni donna, che è bella per quello che è, e per la propria unicità, non per uno squallido naso fatto in serie o un seno finto che svilisce in prima persona chi vi si sottopone, e poi tutto il genere femminile che ne esce pesantemente umiliato.
Anche gli uomini devono avere diritto a scegliere una partner che abbia davvero la sua faccia e non si presenti a loro con un viso finto, di plastica, e le nuove generazioni di uomini, bombardate da canoni estetici sbagliati e da film pornografici, devono imparare a riconoscere la vera bellezza, che anche quando è "canonica" ha in sé qualcosa di magico che niente ha a che vedere con il canone imposto, banale e livellante, della chirurgia.
Per tutti questi motivi...Firmate, firmate, firmate!
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