Per la Meltemi editrice: non facciamola morire in silenzio

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Per la Meltemi editrice: non facciamola morire in silenzio

Appello per la Casa Editrice Meltemi La forza culturale e umana di Luisa Capelli e Marco Della Lena diede l’avvio, nel 1994, alla Meltemi, la casa editrice che prese il nome di un vento dell’Egeo perché i suoi libri orientassero i naviganti del pensiero. I primi furono volumi di orientamento antropologico, e poi, dal 1996, quel vento soffiò più forte, con saggi di sociologia, semiotica, filosofia, teoria critica e letteraria, architettura e urbanistica, arte e scienze della comunicazione. La Meltemi ha puntato sempre su testi pluridisciplinari, pur nella loro specificità, e ha sempre sollecitato nei suoi autori un metodo e uno stile che riuscissero a “graffiare” la pagina, coniugando la ricerca di alto profilo con le domande che la vita quotidiana pone agli uomini e alle donne dell’epoca presente. La Meltemi ha avuto il pregio di proporre ai lettori nuove prospettive di analisi della realtà: gli studi culturali, ad esempio, pur in assenza nell’Università italiana di una disciplina così denominata, hanno visto nella Meltemi la loro casa editrice di elezione. Quando Marco Della Lena se n’è andato prematuramente, nel 2003, scomparendo nel pieno della sua attività, Luisa Capelli ha mantenuto tutti gli impegni e i progetti, e anzi ha rilanciato. Il vento della Meltemi ha raccolto intorno a sé idee e innovazione editoriale che hanno sfidato i limiti angusti che alla saggistica vengono imposti nel mercato italiano. La Casa editrice ha pubblicato le traduzioni italiane di testi a volte “scomodi” per il potere e fondamentali per capire e discutere questo presente, come quelli di Edgar Morin, Gayatri Spivak, Marc Augé, Judith Butler, Homi K. Bhabha, Jean-Loup Amselle, Arjun Appadurai, Peter Sloterdijk, Slavoj Žižek e tanti altri. Meltemi ha investito sulle riviste scientifiche, sul web 2.0, ha incoraggiato reti e connessioni virtuose tra i suoi autori, ha organizzato seminari e convegni, ha stimolato dibattiti, ha sostenuto la ricerca accademica ed extra-accademica, ha investito su giovani autori e autrici. Come azienda, ha mantenuto sempre relazioni schiette e corrette tra direzione e dipendenti, cosa davvero rara soprattutto nel mondo editoriale. Negli ultimi anni, il peso dei costi, della crisi della saggistica e l’incombenza delle grosse concentrazioni editoriali si sono fatti sentire, e più volte Luisa Capelli aveva lanciato allarmi: un ultimo lo scorso anno, quando autori e lettori furono chiamati con un appello a fare uno sforzo per non lasciare che Meltemi chiudesse. Oggi, però, non sembrano esserci soluzioni e Meltemi chiude. Come amici e sostenitori del suo progetto, prima ancora che come suoi autori, la cosa ci rattrista profondamente. E ci chiediamo come sia possibile che un’impresa culturale (in tutti i sensi) come questa possa scomparire dal panorama dell’editoria. Riteniamo che si debba e si possa ancora far qualcosa per non perdere nel silenzio il suo patrimonio di idee e il suo contributo di grande livello per la cultura italiana. C’è un catalogo di grande qualità e ricchezza che andrebbe salvaguardato, e noi vorremmo che si cominciasse da questo perché il vento della Meltemi possa restare vivo.

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Per la Meltemi editrice: non facciamola morire in silenzio 24/05/2010 | firmiamo.it

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