No alle trincee drenanti in Valle d'Itria

Petizione creata da:

Comitato Salviamo la Valle d'Itria e diretta a Scopri di più

Firme 0

Obiettivo 1000

FIRMA
  • Stafano Palmisano ha firmato la petizione 16 ore fa
  • Vincenzo Giotta ha firmato la petizione 2 giorni fa
  • Antonella Tauro ha firmato la petizione 3 giorni fa

No alle trincee drenanti in Valle d'Itria

PETIZIONE POPOLARE

DIFENDIAMO LA VALLE D’ITRIA

AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA PUGLIA

Dott MICHELE EMILIANO

AL SINDACO DI MARTINA FRANCA

Dott. FRANCO ANCONA

AL SINDACO DI LOCOROTONDO

Dott. TOMMASO SCATIGNA

Il Comitato per la salvaguardia e la tutela della Valle d’Itria ritiene che sia utile oltre che doveroso richiamare l’attenzione del Presidente della Regione Puglia dott. Michele Emiliano, e dei Sindaci dei Comuni di Martina Franca dott Franco Ancona e di Locorotondo dott. Tommaso Scatigna, in quanto autorità sanitarie locali, dando informazione corretta a tutta la cittadinanza di quello che sta accadendo nella nostra Valle.

L’Acquedotto Pugliese ha avviato, nel pieno della campagna elettorale a Martina Franca per l’elezione del Sindaco e il rinnovo del Consiglio Comunale, i lavori per la realizzazione delle trincee drenanti, quale recapito finale per lo smaltimento al suolo delle acque reflue del Depuratore: oltre 10000 metri cubi di acque al giorno devono essere smaltite al suolo in Valle d’Itria, nonostante tutti sappiano, anche per esperienza, che il suolo della valle non drena, a meno che non si intercettino i famosi inghiottitoi che, di fatto, portano le acque in falda.

La legge vieta sempre lo smaltimento in falda, mentre vieta lo smaltimento al suolo, allorquando la portata delle acque é superiore ai 10000 m3 giornalieri e il nostro Depuratore ha una portata superiore ai 10000 m3 giornalieri. In alcuni periodi dell’anno, in occasione di eventi meteorologoci eccezionali, negli ultimi tempi sempre più frequenti, raggiunge anche una portata di acque reflue molto più elevata di quella abituale.

L’Adeguamento del Depuratore, con l’individuazione del recapito finale per lo smaltimento delle acque, è un progetto approvato nel 2003 e appaltato nel 2006 dal Commissario per l’emergenza ambientale in Puglia; non è stato mai realizzato anche perché, non solo i residenti della Valle, ma le diverse amministrazioni comunali, lo hanno sempre avversato.

Il progetto iniziale prevedeva, oltre l’adeguamento e l’ampliamento del Depuratore, la realizzazione di 4 trincee drenanti due a sud in prossimità del depuratore e due a nord, in località Pastore, ai confini con il comune di Locorotondo; le trincee dovevano avere una dimensione che raggiungeva circa i 10 ettari.

Nel corso del tempo le dimensioni delle trincee sono state contenute in 1.750 mq., da realizzare in contrada Pastore, lontane circa 2 chilometri dal Depuratore.

La pretesa dell’Acquedotto, comunque, di realizzare in Valle d’Itria un progetto in deroga a qualsivoglia normativa di tutela sia essa nazionale, regionale e comunale relativa all’ambiente, al paesaggio e alla salute dei cittadini é irragionevole, incoerente e pertanto inammissibile e la determinazione, con cui l’ Acquedotto ha perseguito l’obiettivo di scongiurare il procedimento della Valutazione d’impatto ambientale, é un chiaro segnale di sottovalutazione degli effetti che un tale intervento potrà determinare sull’assetto della Valle.

Si spiega così l’inottemperanza della determina n. 292 del 31/07/2015, approvata dal dirigente del servizio ecologia a conclusione dei lavori della Conferenza di servizi, che deliberava l’assoggettabilità a VIA dell’intero progetto.

La Valutazione d’impatto ambientale, infatti, é una procedura amministrativa, che “individua, descrive e valuta gli effetti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori: l’uomo, la fauna e la flora; il suolo, l’acqua, l’aria, il clima, il paesaggio; i beni materiali ed il patrimonio culturale; l’interazione tra i suddetti fattori al fine di proteggere la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, creando i presupposti dell’esercizio del diritto inviolabile e incomprimibile ad un ambiente salubre, all’interno di uno sviluppo sostenibile”.

L’AQP in data 21/06/2016 presentava alla Sezione Autorizzazioni Ambientali della Regione Puglia, istanza di Verifica di Assoggettabilità a VIA per un ennesimo “Progetto esecutivo di perizia di variante di realizzazione del recapito finale temporaneo dell’impianto di depurazione di Martina Franca (TA) , scorporato dal progetto complessivo di adeguamento dell’intero impianto.

E così è accaduto che il dirigente della sezione Autorizzazioni Ambientali della regione Puglia il 13/10/2016 approvava la determina n.174, con la quale dichiarava la non assoggettabilità a VIA; il Commissario straordinario del Comune di Martina approvava, con i poteri del Consiglio Comunale, la variante al PRG con procedura accelerata, proprio alla vigilia del rinnovo del Consiglio Comunale; l’AQP, senza il permesso di costruire, iniziava i lavori qualche giorno prima dei risultati della competizione elettorale.

Questo modo di agire della Pubblica Amministrazione, però, collide con la reale condizione in cui versa il territorio della Valle d’Itria, che vede una notevole presenza di residenti, che sarà, col tempo, resa precaria, in quanto non più compatibile con l’uso che di questo territorio si intende fare, anche per motivi di carattere sanitario. L’utilizzo, infatti, di 1.750 mq per lo scarico dei reflui del Depuratore produce un’ immediata apposizione di vincolo su circa 314 ettari, circostanti il punto di scarico come normato dall’art. 12 del regolamento regionale n. 5/89 sullo scarico al suolo delle acque reflue del depuratore. Ciò comporterà un improprio coinvolgimento coatto di proprietà private, completamente disinformate sul procedimento e sulle sue gravi conseguenze, che di fatto, determineranno una rilevante limitazione all’uso dei loro beni.

ALLA LUCE DELLE SUDDETTE CONSIDERAZIONI I SOTTOSCRITTORI DELLA PETIZIONE POPOLARE, IN ADESIONE ALLO SPIRITO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA, DELLO STATUTO DELLA REGIONE PUGLIA, DEGLI STATUTI DEI COMUNI DI MARTINA FRANCA E LOCOROTONDO CHIEDONO ALLE AUTORITA’ COMPETENTI URGENTEMENTE LA SOSPENSIONE DEI LAVORI, IL RISPETTO DA PARTE DI TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI NELLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA IN OGGETTO DELLE NORMATIVE DI TUTELA E DI SALVAGUARDIA E DI GESTIONE DEL TERRITORIO.

MARTINA FRANCA 27/07/2017

Condividi su:

Petizioni simili

No alle trincee drenanti in Valle d'Itria 04/08/2017 | firmiamo.it

firmiamo.it è un marchio commerciale di Media Asset spa copyright 2010 - 2024

P.IVA 11305210012
Azienda certificata ISO 27001 numero: SNR 11572700/89/I
Azienda certificata ISO 9001 numero: SNR 59022611/89/Q

Informativa
Noi utilizziamo cookie o altri strumenti per finalità tecniche e, previo il tuo consenso, anche cookie o altri strumenti di tracciamento, anche di terze parti, per altre finalità (“interazioni e funzionalità semplici”, “miglioramento dell'esperienza”, “misurazione” e “targeting e pubblicità”) come specificato nella cookie policy.
Per quanto riguarda la pubblicità, noi e terze parti selezionate, potremmo trattare dati personali come i tuoi dati di utilizzo, per le seguenti finalità pubblicitarie: annunci e contenuti personalizzati, valutazione degli annunci e del contenuto.
Per selezionare in modo analitico soltanto alcune finalità è possibile cliccare su “Personalizza”.
Chiudendo questo banner tramite l’apposito comando “Continua senza accettare” continuerai la navigazione del sito in assenza di cookie o altri strumenti di tracciamento diversi da quelli tecnici.