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AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, PROF. GIUSEPPE CONTE
AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, ON. LUIGI DI MAIO
AL MINISTRO DELL'AMBIENTE, GENERALE SERGIO COSTA
Egregio Signor Presidente,
Egregi Signori Ministri,
numerose testate della stampa nazionale ed estera danno conto di un intensificarsi di incontri a livello internazionale tra esponenti del nostro Governo e rappresentanti degli esecutivi di Grecia, Cipro e Israele, in vista della firma dell'Accordo Intergovernativo per la realizzazione di EastMed-Poseidon, il gasdotto più lungo del mondo, con i suoi 2.200 km, tratto italo-greco compreso.
Come noto, l'iter autorizzativo della parte italiana dell'opera si è già concluso positivamente nel 2014 (Governo Berlusconi) e nel dicembre del 2017 le Parti hanno sottoscritto un Protocollo d'Intesa: entrambe le circostanze, tuttavia, non vincolano il il Governo pro-tempore alla firma dell'Accordo Intergovernativo.
Numerose e diverse sono le ragioni di merito che ci inducono a chiedere con forza al Governo di recedere dal proposito di perfezionare le intese con i governi di Cipro, Grecia e Israele.
La principale tra tutte: il contenimento in massimo +1,5 °C del surriscaldamento del Pianeta rispetto ai livello preindustriali ci impone di agire in una finestra temporale di appena 12 anni (entro il 2030). Non si può pensare di utilizzare il gas naturale che nei primi anni del suo ciclo di vita ha un effetto climalterante di gran lunga superiore a quello del petrolio quando dovremmo sfruttare la stessa finestra temporale per raggiungere il traguardo "emissioni zero".
Traguardare questo importante obiettivo al 2050 -come previsto nel Piano Clima Energia- e non nel 2030 è un atto suicida.
In seconda battuta:la fattibilità economica del progetto non gode di solide basi e neppure quella politica: Le molteplici ragioni sono state esposte da qualificati osservatori ed analisti dei mercati Oil&Gas.
Nel caso di East-Med Poseidon, non è possibile neppure invocare la necessità di volersi affrancare dalla dipendenza dei Paesi dell'Unione rispetto alle importazioni russe; infatti, come riferisce l'Ansa, "nel febbraio 2016 Edison e Depa hanno firmato con Gazprom un memorandum per “una nuova rotta di trasporto di gas dalla Russia attraverso il Mar Nero verso la Grecia e dalla Grecia verso l’Italia”, rafforzato l’anno successivo da un accordo per il “coordinamento dello sviluppo e attuazione dei progetti TurkStream e Poseidon” siglato dalle tre società alla presenza dell’allora ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda".
I promotori del progetto stimano un costo di realizzazione pari a 7 miliardi di dollari: probabilmente saliranno ad 8/10. L'Unione Europea ha incluso East Med tra i Progetti di Interesse Comune (PIC) e parteciperà mettendo sul piatto 35 milioni di euro (secondo altre fonti, 100 milioni di euro). Ma a che pro tutto questo? Cui prodest?
Quale miglior sede,questa, per rimarcare il totale disaccordo dell'Italia rispetto all'impronta fossile dell'impianto, a fronte della bozza di "Piano Nazionale Integrato per le Energie e il Clima ", inviato alla Commissione UE l'8 gennaio scorso, in cui ben si inquadrano il ruolo dell'Italia "hub del gas" e la particolare questione di Eastmed Poseidon?
Per dare il via ai lavori del progetto sviluppato dalla società IGI Poseidon S.A. (50%DEPA S.A. E 50% Edison International Holding) manca soltanto la firma dell'Accordo ufficiale e definitivo.
Tutto questo si consuma, in silenzio, all'ombra di un assordante e a volte stucchevole dibattito intra-governativo sulle "trivelle nazionali", mentre oltre i nostri confini, tra rigassificatori LNG, perforazioni, stoccaggi e gasdotti, le cancellerie e le diplomazie di mezzo mondo lavorano a ritmo incessante nella prospettiva fossile della totale gassificazione del Mediterraneo, dell'Italia e dell'Europa.
Ebbene, le realtà firmatarie di questo Appello Vi chiedono di non condividere questo processo, manifestando in atti, QUI ED ORA, l'intenzione del Governo italiano di ritirare il suo appoggio alla realizzazione del Progetto Eastmed Poseidon.
Distinti Saluti.
20 febbraio 2019
Abruzzo Beni Comuni
Associazione Fuoritempo
Cagliari Social Forum
Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali
Cobas Scuola Sardegna
Cobas Confederazione Comitati di Base
Comitato No Eolico Villacidro
Comitato No Galsi Villacidro
Comitato No Megacentrale Guspini
Comitato No Megadiscarica Villacidro
Comitato No Metano Sardegna
Comitato Zero Waste Sardegna
Coordinamento Nazionale No Triv
Coordinamento No Triv Basilicata
Coordinamento No Triv Sicilia
Disarmisti Esigenti
Fairwatch
Italia Nostra Sardegna
Legalità per il clima, Rete di difesa legale del clima e analisi ecologia del diritto
Movimento No Tap
Movimento No Tap Brindisi
No Eolico Selvaggio
No Gasaran
No Triv Licata
No Triv Lombardia
No Triv Sicilia
Presidio Europa No Tav
Stop Biocidio
Stop TTIP Italia
Tavolo Ambiente Campania di Potere al Popolo
USB Sardegna
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