NO ALL'ACCANIMENTO MEDIATICO CONTRO MASSIMO BOSSETTI

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NO ALL'ACCANIMENTO MEDIATICO CONTRO MASSIMO BOSSETTI

Da oramai un mese assistiamo ad un accanimento mediatico senza precedenti e senza pari nei confronti di un uomo, lavoratore e padre di famiglia che grida la propria innocenza e che, ai sensi dell'art. 27,2 della nostra Costituzione, ha diritto di essere considerato innocente fino al terzo grado di giudizio.


Rivolgiamo quindi un accorato appello all'Ordine dei Giornalisti, affinché la continua ricercadello share e del sensazionalismo non porti ad un sostanziale sacrificio di ogni principio di civiltà, e affinché giornalisti e conduttori televisivi che violano platealmente il principio della presunzione di innocenza ai danni del signor Massimo Bossetti siano diffidati dal portare avanti un indegno processo mediatico palesemente orientato a sostenere tesi colpevoliste senza lasciare spazio a nessuna forma di contraddittorio.

Esprimiamo inoltre il nostro biasimo nei confronti delle continue fughe di notizie in violazione del segreto istruttorio, e per giunta solo parziali, che offrono all'opinione pubblica un quadro frammentario e spesso distorto all'interno del quale il cittadino non può maturare un'opinione ragionevole, ma è al contrario spinto ad una forma deleteria di condanna aprioristica e sommaria.

Chiediamo all'Ordine dei Giornalisti di vigilare affinché si faccia appello ai più basilari principi dello stato di diritto sui quali si basa il nostro ordinamento, e di garantire alla difesa del signor Massimo Bossetti, ovvero a voci garantiste, il medesimo spazio concesso a alla divulgazione di "indizi" spesso francamente ridicoli e sfocianti nel gossip, o consistenti in dati privi di rilevanza alcuna spacciati per "grandi prove" ai danni di un cittadino attualmente protetto dalla presunzione di innocenza e che da un mese a questa parte sta subendo un linciaggio mediatico che non fa onore ad un Paese civile che ha l'ardire di proclamarsi "culla del diritto".

Chiediamo altresì ai nostri mezzi di informazione, dal momento che senza scrupolo alcuno sono stati divulgati con dovizia di particolari elementi relativi alla vita privata e familiare del signor Massimo Bossetti, di dedicare perlomeno altrettanto spazio alla divulgazione di elementi non chiari e che poco sembrano sposarsi con la colpevolezza dello stesso: ad esempio, le modalità dell'aggressione, che appaiono difficilmente compatibili con un agente quarantenne e avvezzo da oltre quindici anni ad un lavoro fisico pesante, posto che è la stessa ordinanza del GIP, riprendendo quanto emerso dall’esame autoptico, a descrivere le otto lesioni riscontrate sul cadavere della piccola Yara come “relativamente superficiali e insufficienti da sole a giustificare il decesso” (che infatti si suppone essere avvenuto per ipotermia) ovvero ancora la notevole discrasia cronologica nell'aggancio della medesima cella telefonica di Mapello da parte della piccola Yara (ore 18,49) e del signor Massimo Bossetti (ore 17,45).


Chiediamo infine di vigilare sulle dichiarazioni pubbliche di stampo colpevolista fatte a mezzo stampa o a mezzo social network da chi affronta la tematica sui media, un atteggiamento di dubbia professionalità che lascia seri dubbi sull'obiettività che ci si può attendere, e di vagliare accuratamente le notizie prima della loro divulgazione e soprattutto di prestare maggiore attenzione alla corrispondenza a realtà di ciò che viene affermato: viene in considerazione, ad esempio, il fatto che i media continuino a sostenere che la traccia di DNA sarebbe stata isolata nella parte interna degli slip, sebbene sia chiarissimo dalla lettura dell'ordinanza del GIP che la traccia in questione, per giunta unica, sia stata isolata nella parte esterna dei leggings e solo da lì sia passata alla sottostante parte degli slip (“Dalla relazione agli atti dei 10.11.2012 risulta che è stata isolata su due indumenti della vittima (slip e leggings) una traccia ematica che ha consentito di estrapolare un profilo genotipico maschile denominato convenzionalmente Ignoto1.(…)

La zona dei leggings in cui è stata trovata la traccia ed isolato il profilo genotipico maschile è corrispondente alla sottostante parte degli slip in cui è stata riscontrata analoga traccia ed isolato analogo profilo di DNA.”).

Nel dissociarci da un modo di fare informazione improntato al sensazionalismo piuttosto che alla ragionevolezza ed alla correttezza delle informazioni fornite all'opinione pubblica chiediamo di rispettare, nel contempo, l'encomiabile riserbo e l'esemplare civiltà della famiglia Gambirasio, e la presunzione di innocenza costituzionalmente garantita.

Sebbene la necessità del "mostro" sia avvertita da buona parte dell'opinione pubblica, esiste anche una parte dell'opinione pubblica che stigmatizza questa degenerazione mediatica e chiede un autentico rispetto dell'imparzialità dell'informazione, dei diritti umani e del dolore delle famiglie coinvolte.

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