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Mentre Pompei crolla, il MIUR si appresta a buttare 30 miliardi in una impresa inutile: scavare 25 metri di tufo e lava per riportare alla luce qualcosa che non è capace di proteggere. Ercolano. Villa dei Papiri, 30 milioni per «scavare» fra i tesori Carlo Avvisati Il mattino – Napoli 5/11/2010 Patto tra i ministeri a Beni culturali e Istruzione. Spazio a nuove tecnologie Sarà firmato a Roma martedì alle 17 e 30, il protocollo d'intesa tra i ministeri Beni culturali e Istruzione, Università e Ricerca. A sottoscrivere l'accordo saranno, per il Mibac, il ministro Bondi e, per l'Istruzione, il sottosegretario Giuseppe Pizza. Il «patto», prevede l'investimento di trenta milioni di euro su una delle evidenze archeologiche più importanti al mondo: la Villa dei Papiri di Ercolano. I trenta milioni di euro servono per avviare una grande campagna di indagini finalizzata alla salvaguardia della villa detta dei Pisoni, ma in effetti appartenuta a Appio Claudio Pulchro. Accanto, vanno anche considerati gli altri due milioni e mezzo di euro che prima dell'estate scorsa vennero messi a disposizione dall'allora commissario di governo, Marcello Fiori, e saranno usati per realizzare un tunnel sotto vico Mare e congiungere quell'area con la zona della villa. In effetti, la somma stanziata per i siti di Pompei e Ercolano era fatta da due tranche di 70 e 30 milioni, con quest'ultima quota destinata appunto a Ercolano. In buona sostanza si tratterebbe di potenziare la leadership internazionale dell'Italia nella filiera tecnologica a supporto dei beni culturali mettendo a sistema e a servizio del tesori italiani «la capacità innovativa presente nei campi disciplinari di fisica, chimica, geognostica, meccatronica, paleobotanica, nano scienze, infoscienze e tecnologie spaziali», come sottolineano dal ministero di Bondi. La villa dei Papiri venne scoperta nel l750 e venne indagata attraverso i cunicoli che gli scavatori borbonici facevano venti metri più in basso del livello stradale. Le dimensioni dell'edificio sono impressionanti. Dalle indagini fatte da Antonio De Simone fin dalla fine '90, si è visto che la villa era a più piani - almeno tre - con un lungo fronte mare (forse 400 metri) e penetrava all'interno per altri duecento metri circa. Tra gli obiettivi del Mibac c'è quello di coinvolgere il Cnr che con le sue tecnologie e i suoi robot potrebbe letteralmente penetrare attraverso i cunicoli e evidenziare tesori ancora sconosciuti.
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