Mandiamo in pensione Gino Castaldo

Mandiamo in pensione Gino Castaldo

Gino Castaldo è un grande professionista: è stato una figura centrale nella divulgazione e nella critica musicale in Italia. 

Da qualche anno a questa parte però è sempre più evidente come la sua età anagrafica (classe 1950) stia cominciando ad essere una discriminante sulla qualità dei suoi articoli: scivoloni paurosi (qualcuno ricorda il cantautore Wilko?) che a qualunque giornalista musicale sarebbero valsi un licenziamento in tronco, per Castaldo diventano semplici note folkloristiche che raccolgono al più critiche sparse e pagine facebook con parodie. 

Ne abbiamo abbastanza di leggere articoli vecchi, dentro e fuori, dai quali traspare una totale ignoranza e incomprensione su cosa sia la musica nel 2013.

Ne abbiamo abbastanza di leggere castronerie e stupidaggini giustificate solamente dai 63 anni dell'autore. 

Ne abbiamo abbastanza di leggere solo di Vasco Rossi e Paul Mc Cartney e vedere tutti gli altri musicisti trattati alla stregua di pulcini che sgomitano, o stranezze dei gggiovani d'oggi (anche se magari hanno alle spalle dieci anni di carriera)

Vogliamo un giornalismo musicale aggiornato e puntuale, interessante e "sul pezzo". Vogliamo nuove facce e nuove firme su Repubblica.

Nell'articolo apparso oggi (14 Giugno 2013) su Repubblica, il caro Gino si sorprende che ci siano artisti italiani (secondo lui) sconosciuti in patria ma che all'estero raccolgono un grande successo. 

Gino Castaldo, la ragione è (anche) perché in Italia ci sono giornalisti come te, che forse dovrebbero fare un passo indietro e lasciare il posto a qualcuno che è in grado di capire cosa sta succedendo nel mondo della musica nel 2013.