Lo Stato non penalizzi chi aiuta i parenti bisognosi.

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Lo Stato non penalizzi chi aiuta i parenti bisognosi.

Sono un riminese di 55 anni che ha scritto al Governo una mail per sollecitare provvedimenti a costo zero per le finanze pubbliche (non ci sono scuse) chiedendo un Decreto Legge urgente per alleviare un grave dramma che interessa migliaia di famiglie e che purtroppo in futuro interesserà la gran parte delle le famiglie. In sintesi il testo della mail:

La famiglia in Italia non può rifiutare le cure ai parenti bisognosi perché non ha i fondi o perché “ha finito i posti-letto” come farebbe un ospedale o una associazione di volontariato o anche un Comune nella stessa situazione. La Famiglia non può contare sui lasciti dei fedeli come le Opere di carità; la Famiglia quindi deve continuare a lavorare per ricevere reddito. E se il reddito non fosse sufficiente per assicurare l’assistenza ai familiari ammalati? La Famiglia deve procurarsi altri lavori regolari per ricevere altro reddito, altrimenti scattano le denunce e il redditometro! Non è sufficiente dire che moglie e marito si rovinino la salute e debbono separarsi per assistere due persone invalide..occorre trovare altro reddito!! Non basta donare tutto il reddito che si ha ai bisognosi…questo poteva bastare ai tempi di San Francesco! Occorre trovarne altro! Se il parente non assicura agli invalidi non autosufficienti l’assistenza 24h uno Stato crudele li metterà a processo ai sensi dell’art. 591 del codice penale (abbandono temporaneo di incapace per malattia, da 6 mesia 5 anni con aggravante). Lo Stato vigila poi col il redditometro. Come si farebbe a spiegare da quale reddito si sono reperiti i fondi per la sua famiglia e per l’assistenza con badanti e fisioterapisti ai parenti invalidi quando le uscite sono doppie o più rispetto allo stipendio ufficiale? Restano i lavori doppi regolari, è vero. Ma non sempre sono possibili! Io ad esempio sono dipendente statale e non posso fare un secondo lavoro notturno come dipendente regolare presso un’impresa, perderei il lavoro statale! Per le famiglie aiutare i bisognosi è molto più difficile e pericoloso oggi in Italia. vista la crudeltà dello Stato, rispetto ai tempi di San Francesco dove almeno non si rischiavano le denunce penali se fossero finite le risorse per aiutare altri bisognosi e non esisteva il redditometro!

Immagino le scuse per giustificare lo Stato crudele: siamo in crisi, va rivisto lo Stato sociale, ci vogliono più aiuti alle famiglie, l’Europa ci chiede sacrifici ecc ecc. tutte cose che richiedono tempi lunghi. Tre cose però si possono fare da subito con un Decreto Legge, vista la sussistenza della necessità e urgenza per decine di migliaia di famiglie, e a costo zero per le finanze pubbliche:

1) Eliminare il redditometro per chi assiste uno o più invalidi non autosufficienti;

2) Consentire agli statali di fare un secondo lavoro senza perdere il posto da statale a condizione che i redditi supplementari vengano interamente utilizzati per assistere invalidi non autosufficienti;

3) Ridurre la portata dell’art. 591 del codice penale nel caso di assistenza, da parte dei familiari, agli invalidi dimessi dagli ospedali e ancora bisognosi di cure, in caso di insufficiente reddito.

Con queste modifiche, di certo non si eviterebbero i drammi e la disgregazione delle famiglie che debbano assistere uno o due ( anche tre o 4…non ci sono limiti) invalidi non autosufficienti e, contemporaneamente, fare doppi lavori ma, almeno, potremmo immolarci al sacrificio francescano senza dover anche combattere contro le minacce e sanzioni dello Stato.

audiover@libero.it

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