Lavoro nero e sfruttamento

Lavoro nero e sfruttamento

Purtroppo i nostri governanti non hanno ancora capito che, per favorire una reale ripresa dell’economia, è assolutamente necessario eliminare contratti a termine, tirocini e stage; ma soprattutto i datori di lavoro non devono più permettere di lavorare in nero, cosa che comporta moltissimi rischi.

Con un precariato così diffuso, saranno sempre di più le persone che a stento lavorano pochissimi mesi all’anno, trascorrendo i restanti alla ricerca di un nuovo impiego e necessariamente esaurendo nelle spese minime legate alla sopravvivenza il poco che hanno guadagnato. Va da sé che saranno sempre meno coloro che potranno permettersi lo sfizio di compere extra in questo o quel negozio.

In più, il governo dovrebbe ridurre di almeno 5 anni l’età pensionabile (anche per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro) e ridurre una tassazione che è vergognosamente eccessiva se paragonata ai servizi realmente offerti agli italiani. Inoltre dovrebbe smettere di garantire continuamente privilegi agli extracomunitari, per fare in modo che i singoli comuni mettano al primo posto i propri cittadini per un posto di lavoro.

Un altro problema sono le tasse ai dipendenti: detassando il dipendente si potrebbero avere meno problemi, i datori di lavoro assumerebbero più facilmente e più volentieri e aumenterebbe considerevolemnte l’occupazione, favorendo in tal modo una vera ripresa economica.