Costruiamo l’Auditorium a Napoli Est

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Marco Sacco e diretta a Scopri di più

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Costruiamo l’Auditorium a Napoli Est

Carissimi amici,

Considerato il clima generale la diffidenza verso tutto e tutti è una reazione umana comprensibile, da un verso, rimanendo però incautamente scoperto quell’altro verso, di gran lunga più importante.

Il punto vero è capire quando si comincerà a costruire il nuovo. La diffidenza è paralizzante e non porta da nessuna parte, mortifica energie e avvilisce la vita di tutti, diffidenti compresi. Il nuovo per essere effettivo ha bisogno della pratica della ragione. Diversamente, come ultimamente ha sostenuto un intellettuale che di mestiere fa il comico, “la tempesta minacciata va declassandosi a leggero venticello”.

La pratica della ragione sarebbe auspicabile soprattutto per quelli che ambiscono a ricoprire cariche pubbliche, nel nostro caso, iniziando a documentarsi sul progetto e poi magari, se ce ne fosse bisogno, rivolgere critiche di merito, diversamente le figuracce sono assicurate. Nella fattispecie il pericolo di scambiare fischi per fiaschi è molto serio.

Intanto è importante prestare attenzione agli argomenti che si usano (magari alcuni inavvertitamente), anche perché alcuni toni ricordano molto quelli degli arrendatori che hanno distrutto il bene comune e si propongono di privatizzare lo Stato. Con la cultura non si mangia. Il ritornello, deprimente, ritorna ripetutamente.

La cultura al pari dell’acqua e dell’aria è un bene comune e va difesa. Quanto conta un essere umano, umile o prestigioso che sia, diversamente?

Il progetto di cui parliamo malgrado sia stato finanziato, e nonostante disponga di tutti i requisiti formali, non è stato portato a compimento. Volendo forzare la vostra tesi si potrebbe sostenere che siete benevoli verso gli amministratori che non lo hanno concretizzato. La logica conseguenza del vostro ragionamento porta ad ipotizzare che quegli amministratori erano molto capaci e pienamente in sintonia con il vostro modo di ragionare. Se così fosse Bisognerebbe rendere merito a Bassolino, alla Iervolino a Di Palma e Cesaro, ed altri ancora. Chi lo avrebbe mai detto, secondo la vostra tesi, una cosa buona l’hanno fatta: non hanno realizzato l’auditorium! Non hanno consentito altri sprechi ed altre ruberie. Mi viene da sorridere.

Del resto i programmi, tuttora in corso d’opera, che interessavano quella classe politica sono stati realizzati ed hanno devastato il territorio. Gli effetti scellerati che procureranno, che già oggi avvertiamo, saranno tali che nemmeno potete immaginare. Per costruire l’ospedale del mare sono state dissipate immense risorse pubbliche. Sul litorale, tra centrale termoelettrica e il “terminale di levante”, siamo andati ben oltre l’agonia. Lo stato attuale del territorio è perciò quello del coma profondo, con le conseguenze immaginabili su tutto il vivente. In questi anni la resistenza per contrastare la furia devastatrice è stata flebile ed isolata. Questo sarebbe un bel tema di riflessione della serie: dove eravate?

Costruire l’auditorium è una iniziativa contro le vecchie e le nuove consorterie che non lo hanno realizzato e che subirono il progetto. Con ogni probabilità su quell’area ci sono delle mire speculative.

Ve la siete fatta una domanda: chi sarebbero i beneficiari di questa infrastruttura? A taverna del Ferro ci sono migliaia di studenti che frequentano gli Istituti Superiori, non dispongono di servizi e di conseguenza sono in quel luogo solo durante l’orario di lezione. La solitudine e l’emarginazione sono piaghe molto profonde con cui fare i conti. I giovani avrebbero bisogno di luoghi di aggregazione, di socialità, di condivisione e di lotta.

L’auditorium fu progettato per fornire la scuola di un luogo dove i giovani potessero completare con stage professionali il ciclo di studi. C’è uno spazio previsto con appositi laboratori e sale per la gestione degli eventi assegnato all’istituto Alberghiero. La sala principale dispone della strumentazione per la traduzione simultanea e quindi i giovani allievi dell’Istituto linguistico, “Don Lorenzo Milani”, avrebbero l’opportunità di cimentarsi con la gestione di convegni internazionali occupandosi della traduzione simultanea. L’auditorium potrebbe diventare anche un luogo di dialogo e di comprensione, interazione, contatto e incontro tra le diverse culture. A pochi passi c’è l’Istituto “Rosario Livatino” che forma profili professionali per la gestione delle strutture alberghiere. Gli studenti potrebbero compiere una significativa esperienza sul campo.

L’altro aspetto da valutare è l’impulso alla promozione culturale. Il progetto prevede anche un’arena all’aperto per la proiezione di filmati. Sul progetto ci sono mille altre cose da dire. Ci fermiamo qui. Questa è la dimensione.

Vi chiediamo una mano, se non ve la sentite pazienza. Noi ce l’abbiamo messa tutta.

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Costruiamo l’Auditorium a Napoli Est 11/03/2015 | firmiamo.it

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